Raid di Israele su Beirut colpisce un alto comandante di Hezbollah, si teme un’escalation del conflitto dopo l’attacco.
La situazione in Medio Oriente si fa sempre più tesa dopo che Israele ha lanciato un raid sulla periferia meridionale di Beirut, un’area conosciuta come una delle roccaforti del gruppo sciita Hezbollah. L’attacco, avvenuto nella giornata di venerdì, ha causato almeno 12 morti e 66 feriti, tra cui Ibrahim Aqil, un importante comandante militare di Hezbollah. Questo bombardamento rappresenta l’ultimo capitolo di una serie di provocazioni e scontri che rischiano di far precipitare la regione in un nuovo conflitto su larga scala.
La risposta di Israele e gli attacchi di Hezbollah
L’attacco israeliano su Beirut è arrivato poche ore dopo che Hezbollah aveva lanciato circa 150 razzi in tre ondate verso il nord di Israele, la maggior parte dei quali è caduta in aree aperte senza causare gravi danni. Secondo l’esercito israeliano, l’obiettivo principale del raid era Aqil, ritenuto responsabile di diverse operazioni militari contro Israele e successore di Fouad Shukr, ucciso a luglio.
Testimoni sul posto hanno riferito di tre esplosioni consecutive che hanno devastato strade e abitazioni, causando numerosi feriti tra la popolazione civile. Israele ha dichiarato che l’attacco mirava a prevenire ulteriori azioni militari da parte di Hezbollah, ma le autorità libanesi hanno accusato Tel Aviv di aver violato la sovranità del Paese, definendo l’operazione un atto di guerra.
Le reazioni internazionali e il rischio di escalation
La comunità internazionale guarda con crescente preoccupazione all’evolversi della situazione. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza per discutere dell’escalation delle ostilità, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso solidarietà al popolo libanese, esortando alla diplomazia per evitare un conflitto aperto.
Gli Stati Uniti, pur mantenendo una posizione di alleato con Israele, hanno espresso timori per un’escalation incontrollata. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha dichiarato che Washington è profondamente preoccupata per la possibilità che la situazione sfugga di mano, coinvolgendo anche altre potenze regionali come l’Iran, sostenitore storico di Hezbollah.
Nel frattempo, gli attacchi continuano anche su altri fronti: nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, dove le operazioni militari israeliane hanno causato la morte di almeno 22 palestinesi nelle ultime 48 ore. La tensione è alle stelle e la possibilità di una tregua sembra sempre più lontana, mentre il futuro della regione resta incerto.